sabato 10 ottobre 2015

Dichiar/azioni: Tornare a bomba

A un certo punto, qualche giorno fa, ho cominciato a riordinare cose vecchie e nuove.
Preda di un raptus raptus furibondo, ho sistemato l'armadio, lo sgabuzzino, tutti i cassetti e in un furore pulente e tremendamente contemporaneo, ho ripulito il computer dai file inutili, il telefono dalle foto uscite male e dai contatti bislacchi ( i doppioni, le mail, gli illustri sconosciuti che non chiamerò mai nemmeno in fin di vita). Ho tolto la polvere, sgrassato il forno, buttato indumenti vecchi e gettato carte, cartacce, scontrini, appunti, penne che non scrivono, fogli col tetris e nomi cose e città. Via tutto.
Poi a tarda notte, ancora posseduta dal demone del ripulisti, ho pensato che avevo rassettato tutto il rassettabile tranne il mio blog. Eh sì, perché avevo un blog. E ora che fine gli faccio fare? Lo conservo come quei collant terribili coi fiori ( che prima o poi, vi assicuro, riuscirò ad abbinare!) o lo cestino? Lo faccio tornare in auge come un pezzo vintage o lo infilo nel sacco nero dei vestiti per la ragazza che pulisce i vetri al semaforo sotto casa?
Lei accetta sempre le mie buste con un gran sorriso, persino quando contengono improponibili pezzi risalenti al periodo in cui vestivo come Cindy Lauper, ma questo blog mi è necessario per farmi sentire nei miei panni.
E allora, a distanza di tre anni, torno a bomba dopo una lunga divagazione - che poi è la mia specialità.
Dopo 5 libri e mezzo, due cani, una convivenza, due traslochi, una città nuova e una troppo conosciuta, nuovi incontri, delusioni, pianti, risate a crepapelle, biglietti da visita, abiti da sera, baguette, pioggia, foto, valigie, treni, treni, treni.
Torno oggi su queste righe sperando di avere la costanza necessaria a restare.